29/03/2015
Quello che poteva essere il racconto di una missione, è invece il racconto di una sconfitta.
Max parte sulla prima lunghezza.
...il diedro del 3° tiro... da dove ci siamo calati!
NON COME AL SOLITO
Quando
decidi di scalare, prendi in considerazione rischi e variabili che questo tipo
di sport comprendono. Lo sai che uno scalatore rischia di più di uno che gioca
a dama, ma la bellezza della montagna e della sfida ti portano ad accettare il
gioco.
Domenica
siamo partiti, io e il mio socio Max, per quella che avevo definito “ l’ ultima
scalata della stagione”! Per chiudere in bellezza abbiamo scelto la via Cassin
al Medale, una via non tanto difficile, quanto lunga, molto frequentata ed
usurata dai passaggi. La
pancia di mia moglie sta lievitando e la bambina inizia ad essere una presenza
effettiva nella sua e nella nostra vita.
Alla
mattina presto eravamo già alla partenza, ma questa volta sentivo la stanchezza
del cambio dell’ ora, del lavoro di parquettista del giorno prima dai suoceri e
della notte un po’ agitata. Una sensazione strana, come di trovarmi davanti ad
una cosa di davvero grande, anche se era più che fattibile.Parte
Max ed in breve tempo è alla prima sosta, mi recupera e parto io… in pochi
minuti mi trovo alla base di una parete liscia, cerco le prese per le mani, ma
quello che vedo è un muro insormontabile, senza appigli, senza possibilità,
senza colore, senza profumo… e una cosa mi passa per la testa: ma io non ho
voglia di scalare questa montagna! Io non voglio essere qua! In
breve però trovo la soluzione per scalarla e arrivo alla sosta, aspetto che Max
arrivi da me e gli dici:” io non voglio più andare avanti, non me la sento, non
ci sono con la testa!” Lui
mi dice: l’ ho notato, ti vedo strano! Scendiamo, non c’è nessun problema! Se
non te la senti di andare avanti si va giu! Dopo
queste frasi un po’ fredde e tristi, torna la tranquillità e ricominciamo e
ridere e discutere di altre cose, come se fosse normale scendere al secondo
tiro.
Il
sole sembrava più grande e la giornata più bella e io più leggero! Due
doppie e siamo alla partenza, un oretta e siamo a casa! Cinzia
è stupita di vedermi così presto, ma felice perche ho desistito dalla scalata.
Solo
a questo punto mi confida: questa notte non ho dormito perche avevo una brutta
sensazione, un presentimento che qualcosa potesse andare male nella scalata….anche
io ho avuto dei brutti segnali che non era la solita bella giornata!E’
brutto tornare indietro perche si sente di non essere all’ altezza, ma questa
volta era diverso, non era questione di difficoltà, ma di sensazione. Come un
avviso arrivato dal cielo.
Alla
sera mi ha chiamato un mia amico, un signore sulla sessantina, che ha scalato
tutte le montagne della zona, a cui confido sempre le mie impressioni sulle
ascensioni e mi ha chiesto com’ era andata! Al secondo tiro siamo scesi- gli ho
detto- non me la senti vo di continuare, c’ era qualcosa che non andava! La
sua risposta mi ha ridato un po’ freddato: Salire
è da duri, ma tornare indietro è da intelligenti!