dice il saggio:

Chi guarda tutte le nuvole non parte mai!

lunedì 9 marzo 2015

Dito Dones 1106 m. Via Lunga

08/03/2015
 
Dopo tanti anni riusciamo nella nostra piccola impresa...
la salita del Dito Dones, senza azzeramenti vari e senza trucchi!
 
 
L' immagine presente nelle nostre teste!
 
 
Felicità in vetta...un piccolo sogno si avvera!
 
 
Scrivevo il 21/03 del 2013:
 
  "SENZA PIU’ IL DITO
La Valsassina è il grand canyon della lombardia, una valle stretta con pareti verticali che colano a picco su di una prato verdeggiante. A guardia del suo imbocco ci sta una guglia, che sembra presa dalla vicina Grignetta e trasportata lì, come torre di guardia della valle. Si chiama dito Dones, in ricordo della prima persona che l’ ha salita: Erminio Dones. Lo stessa persona che ha dato il nome al bellissimo e fiabesco Sigaro Dones in grignetta.

Col mio amico Massimo avevo parlato di quel dito e della voglia di provare a salirlo per la via più semplice. Si sa, che per noi che siamo alle prime armi nonostante l’ età, bisogna sempre valutare bene le arrampicate prima di farle. La via era fattibile e le difficoltà che riportavano le varie recensioni  ci facevano ben sperare, tranne per un tiro, una decina di metri graduata a 6a! Come potevamo noi tentare di affrontare un grado che era il limite nostro in palestra. Così abbiamo preso tempo e abbiamo deciso di dedicarci ad altre arrampicate, più alla nostra portata. Però tanto lo sapevamo che il dito era lì, magari fra un anno, magari fra due, ma quel dito dovevamo salirlo. Poi, questa mattina, sul giornale che il suocero compra tutte le domeniche c’ era scritto: Lecco perde il suo dito!

La parte superiore del  Dito Dones, all’ alba di questa mattina si è staccata franando e mozzando il dito alla sua falangetta. Noi che credavamo che comunque la montagna ci avrebbe aspettato, abbiamo avuto la conferma che nemmeno le montagne stanno più lì ad attendere. Poi sono girate tante voci: si è parlato del distacco solo di alcuni massi, altri di una frana sulla parete dietro al dito, chiamata zucco di teral, e altri parlano di una spaccatura appena sopra il terrazzino finale… e beffa delle beffe, se così fosse, il nostro dito, se pur mozzato e menomato, avrebbe ancora su di se il tiro più difficile, quel 6° che ci ha tenuto lontani e che tutt’ ora resta per noi una difficoltà insormontabile.
(la frana era effettivamente sullo zucco di teral)"
...ho aggiunto oggi:
"Son passati 4  anni, ne son passate di scalate e di giornate in palestra, abbiamo maturato esperienza, fatiche e consapevolezza, e abbiamo sentito che era giunto il momento perfetto per affrontare il dito!
Abbiamo studiato le relazioni e siamo partiti, io e Max! Ma se 4 anni fa, quando ne parlavamo guardavamo le foto sui libri, oggi ne abbiamo parlato e l’ abbiamo guardato dalla base di partenza della via. 2 ore e mezza per giungere al tiro più difficile e superarlo col nodo in gola, con la fatica ed il peso dei 4 anni di attesa!! Raggiunta la vetta la gioia aveva il sapore di un sogno che si realizza.